
LA SCUOLA La crisi della società sarda nel XIX secolo è in gran parte legata alla situazione vigente nell’Isola. I provvedimenti presi dall’allora governo sabaudo cercarono di rilanciare l’economia limitando i poteri dei feudatari e cercando di riorganizzare l’agricoltura e la pastorizia.
Nonostante i successi ottenuti grazie alla politica di sfruttamento dei suoli e alla ristrutturazione della rete stradale e ferroviaria la situazione rimaneva grave.
Una delle piaghe più profonde che affliggeva la Sardegna era il grado di scolarizzazione, basso nella penisola, bassissimo nell’Isola.
I dati riferiti ai secoli XIX e XX mostrano una evidente disparità.
Tabella analfabeti per 100 abitanti:
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1861 |
1871 |
1901 |
1911 |
1921 |
1931 |
1951 |
Italia |
74,7 |
69,3 |
48,9 |
39,6 |
28,8 |
23,3 |
14,3 |
Sardegna |
89,7 |
86,1 |
68,3 |
58,0 |
48,8 |
35,9 |
22,0 |
Da: Giacomo Mameli, Studi Ogliastrini, 1999

L’Ogliastra rifletteva una situazione analoga con un tasso di scolarizzazione in linea con il resto della regione.
I pochi fortunati che avevano la possibilità di studiare erano figli di ricchi possidenti, notai, avvocati, professionisti, impiegati, commercianti i cosiddetti signoriccus, a questi si contrapponeva la stragrande maggioranza della popolazione lanuseina i massaius. Questa parte di popolo era composta dai braccianti agricoli, dai pastori, dagli operai. Era gente che aveva necessità di provvedere al proprio sostentamento giornaliero e non aveva il tempo ne la possibilità di curare la propria cultura. I figli loro seguivano i padri già dalla più tenera età, otto/dieci anni, mentre le donne si occupavano della tessitura, dell’amministrazione della casa, di accudire i pargoli più piccoli.
La richiesta di istruzione era dunque bassa ne vi era da parte dello Stato una attenzione particolare verso il problema della scuola.
La risposta venne cercata al di fuori della Sardegna. Chi potè mandò i propri figli a studiare in continente.
Molti allievi si recarono presso centri salesiani ove conobbero lo spirito e le pratiche volute da Don Bosco.
L’apertura di una scuola salesiana a Lanusei rappresentò dunque la prima reale reazione alla situazione allora esistente. La novità fu tale da trasformare l’azione culturale e spirituale in un modo di fare divenuto in pochi anni esempio per altre zone dell’Isola.
Il collegio salesiano e la pratica dell’istruzione lì impartita varcarono il confine dell’Ogliastra. La scuola tenuta dai figli di Don Bosco divenne metà di allievi provenenti da ogni parte della Sardegna. I risultati sono sotto gli occhi di sappia interpretare coscientemente i numeri.
La storia della scuola salesiana inizia nel 1898. Il primo allievo fu un certo Attori (o Atzori). Il giovane arriva da Mandas il 30 ottobre per frequentare la quarta elementare. Nel suo paese sanno leggere e scrivere 24 persone.
A Lanusei e Tortoli meno di cinquanta.
Altri problemi non mancano. La Sardegna è sconvolta dalla crisi agraria, il banditismo, ormai endemico, è un misto di ribellione e ferocia, di protesta sociale dei derelitti, l’organizzazione criminale è in mano dei nuovi ricchi. Nelle città si vive male, nei paesi peggio.
L’Ogliastra è coinvolta. A Tortoli ad esempio c’è una bardana […] cento banditi assaltano il paese sparando e uccidendo.
La scuola è una risposta concreta ai problemi della gente. La scuola salesiana diventa una componente necessaria capace di aggregare nello studio, nella spiritualità, nel gioco e nello sport.
Quello importato dal Piemonte è un sistema educativo totalmente nuovo. I valori sociali sono condivisi, gli schemi educativi chiari, lo spirito di gruppo palpabile. Quella salesiana diviene una famiglia per gli allievi costretti ad allontanarsi da casa per frequentare le elementari o il ginnasio.
Il 21 novembre 1898 la scuola vanta undici alunni a convitto e dieci allievi esterni.
Lanusei era in questo periodo il paese più popolato del circondario. Contava al censimento del 1881 una popolazione pari a 2689 unità cifra che salì a 3295 nel 1901 e successivamente a 3739 nel 1911.
Nonostante l’appoggio popolare all’iniziativa fosse incondizionato, non mancarono problemi soprattutto di natura organizzativa e politica.
L’edificio messo a disposizione dal Comune, quello che oggi ospita la sede del comando dei Carabinieri, era di proprietà del Ministero della Pubblica istruzione che vi aveva ospitato fino al 1897 la scuola Normale (o Magistrale).

Il Provveditore agli studi di Cagliari interpellò la Giunta Comunale prospettando la rescissione del contratto di affitto perché l’uso dei locali era stato concesso per le scuole pubbliche, mentre tali non potevano considerarsi quelle aperte dai salesiani.
Anche la situazione delle infrastrutture era carente; il Comune aveva promesso dei lavori di adeguamento che non potè eseguire perché non era proprietario dell’edificio.
Alle difficoltà si aggiunse la scarsa motivazione del Direttore don Ottonello il quale espresse ai suoi superiori dei seri dubbi circa il successo dell’iniziativa lanuseina.
Quando nel 1899 si sparse la voce che i figli di Don Bosco erano decisi ad abbandonare l’Ogliastra furono molti i Comuni dell’Isola a proporsi per aprire una sede nuova e più vitale.
Il sindaco di Isili ripropose l’appello già fatto nel 1879 mettendo a disposizione i locali dell’ex convento.
Don Ottonello si recò di persona in Sarcidano ma le richieste fatte dal Comune non erano corrispondenti agli accordi verbali presi in precedenza.
I centri di Nurri, Genoni e Laconi avanzarono anch’essi una proposta.
Il Capitolo Generale dei Salesiani esaminando il racconto di Don Ottonello fece capire di non essere contrario al trasferimento.
La situazione però non si sbloccò; anzi la concorrenza tra paesi limitrofi spinse i salesiani a rivedere il loro progetto.
Nel febbraio del 1900 l’avv. Antonio Giua preoccupato per la situazione scrisse a Don rua affinché perorasse la causa di Lanusei. Stessa iniziativa fu presa dal vescovo della diocesi d’Ogliastra mons. Giuseppe Paderi. Subito dopo anche il Comune si mosse. Il sindaco Lotto in persona inviò un telegramma auspicando che gli sforzi fatti non venissero resi vani da un trasferimento.
Considerazioni favorevoli furono espresse anche da illustri salesiani. Primo tra tutti Don Rocca si fece portavoce dell’appello lanuseino; secondariamente intervenne Don Cesare Cagliero, Ispettore, il quale, esortando Don Rua a non abbandonare la Sardegna, caldeggiava l’idea di un presidio salesiano stabile in Ogliastra.
Intanto l’opera iniziata nel 1898 viene portata avanti con solerzia. Le parti giungono ad un accordo: sarà costruita ex novo una sede in un terreno concesso gratuitamente dal Comune.
Il collegio San Eusebio viene ultimato in tempi da record grazie alle offerte fatte dai fedeli e ai soldi messi a disposizione dall’amministrazione comunale.
Nel 1902 sarà lo stesso Don Rua, primo successore di Don Bosco, a inaugurare le attività del nuovo centro.
Nei nuovi locali possono essere ospitati ottanta giovani a convitto un’altra ventina viaggia quotidianamente.
E’ un nuovo successo. La fama dell’istruzione impartita a Lanusei valica i confini della provincia. Decine di giovani vengono mandati a convitto.
La ricaduta culturale è così grande che anche centri importanti come Cagliari e Iglesias sono disposti ad accogliere i salesiani.
Intanto continua a crescere il numero delle domande. 1936- 37 gli alunni contano le 198 unità. Nel 1946 siamo passati a 230 allievi mentre nel 1972 -73 le richieste per il ginnasio superano di gran lunga i posti messi a disposizione.
Il successo era dovuto all’organizzazione che i salesiani riuscirono a esportare nell’Isola ma anche alla capacità e preparazione degli insegnanti.
Uno degli ex allievi più illustri l’archeologo Giovanni Lilliu di Barumini ricorda con gratitudine don Giuseppe Perino. Questi giunto a Lanusei nel 1912 si trattiene per quattro anni fino al 1916 quando fu richiamato sotto le armi.
E' una delle figure più illustri del collegio. Grecista e latinista ritornò in Ogliastra nel 1928.

Dice di lui Lilliu "Il mio maestro per eccellenza? Don Perino. Lui spiegava e io capivo.
Lui spiegava la consecutio temporum e tutti capivamo. Lui spiegava la perifrastica e tutti capivamo"
Altri allievi erano destinati a diventare illustri politici e scrittori. Pronti per [...] raggiungere posizioni preminenti e di grande responsabilità [...] come scrissero i professori in occasione delle ammissioni degli allievi dell'anno 1936- 37. Da quando nel 1898 iniziarono le lezioni, nelle scuole dei salesiani si stima abbiano studiato almeno diecimila allievi, molti dei quali hanno poi raggiunto posizioni di assoluto prestigio.
Scorrono i decenni e nella Sardegna sconvolta dalla crisi economica e sociale non si verificarono i benefici sperati per la emanazione di leggi speciali. Ma non v'è dubbio che [...] l'arrivo dei salesiani contribuisce a cambiare il volto dell'Isola.
Il Dott. Renato Pigia Sindaco di Lanusei il 3 maggio 1975, porgendo a Don Luigi Ricceri, l'allora Rettore Maggiore dei Salesiani, l'omaggio della cittadinanza dirà: "I Salesiani [...] trovarono un ambiente ed una società ben diversa da quella che oggi s'incontra [...]. Grazie soltanto ai Salesiani fu possibile a tanti cittadini conquistare una posizione nella società che diversamente sarebbe stato assurdo ed illusorio il solo pensare e sperare."
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